Spesso, dopo le passeggiate che Georges de Mestral faceva con il suo cane, doveva togliere dal suo maglione e dai peli del cane piccole palline (frutti di bardana) che vi si aggrappavano.
Le osservò al microscopio e si accorse che avevano piccoli uncini elastici che una volta messi a contatto con un tessuto si aggrappavano alle maglie.
Una volta tolti, gli uncini ritrovavano la loro forma originaria.
Immaginò 2 pezzi di tessuto in nylon, l’uno con migliaia di piccole anse e l’altro con migliaia di piccoli uncini elastici.
Con l’aiuto di un fabbricante di tessuti di Nylon nasce il Velcro.
Il nome Velcro è la fusione delle parole francesi velours (velluto) e crochet (uncino), ossia “uncino di velluto”.
Il velcro può essere aperto e chiuso migliaia di volte senza consumarsi. Oltre a essere un materiale con un’altissima durata, può essere fissato e staccato a mano senza particolare fatica, mentre la sua resistenza si nota sulle sue parti laterali. Mediante una stima infatti sappiamo che un quadrato da 12 cm di lato può resistere a un peso di circa una tonnellata.
OGGI L’AZIENDA VELCRO HA LA SUA SEDE NEL REGNO UNITO E CONTA CIRCA 2500 DIPENDENTI.